Effetto imprevisto sulla cognizione della reazione erotica
GIOVANNA REZZONI
NOTE
E NOTIZIE - Anno XV – 12 maggio 2018.
Testi pubblicati sul sito
www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind
& Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a
fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta
settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in
corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di
studio dei soci componenti lo staff
dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: RECENSIONE]
L’influenza di alcuni tipi
significativi di risposta emozionale riflessa sulle prestazioni cognitive è
stata studiata mediante la misura delle funzioni esecutive (EF, da executive functions).
In particolare, si è osservata la temporanea compromissione dell’efficienza
esecutiva quale conseguenza della soppressione delle reazioni emotive. La
perdita transitoria di abilità strumentali per blocco delle risposte emozionali
è stata documentata dalle scadenti prestazioni alle misure formali, mediante
test standard, di EF. Questi studi hanno rivelato un interessamento dei
processi esecutivi con risparmio di quelli di basso livello di elaborazione.
Suchy e colleghi, sulla scorta di questi risultati, hanno realizzato una
verifica sperimentale della possibilità che la soppressione di reazioni di
eccitazione sessuale, evocate mediante stimoli erotici visivi, determini una
simile influenza negativa temporanea sull’esecutività cognitiva. I risultati
delle prove, cui è stato sottoposto un campione di 44 volontari, sono stati
inattesi e interessanti.
(Majerova P., et
al. The Impacts of Sexual Arousal and Its Suppression on Executive
Functioning. Journal of Sexual Research
- Epub ahead of print - doi: 10.1080/00224499.2018.1462885, May 3, 2018).
La provenienza degli autori è
la seguente: Department of Psychology,
University of Utah (USA).
I ricercatori hanno scelto un
campione costituito da studenti di college
esclusivamente di sesso maschile, e tale aspetto può costituire un limite per
la generalizzabilità dei risultati; tuttavia, sulla
base delle conoscenze di cui attualmente si dispone, è lecito presumere
risultati non troppo diversi per il sesso femminile.
I 44 studenti dell’età del college sono stati sottoposti ad una
valutazione cognitiva di base con stima delle funzioni esecutive e dei processi
cognitivi di ordine inferiore. Il passo successivo è consistito in una manipolazione
sperimentale ottenuta mediante la presentazione di audiovisivi contenenti scene
sessuali esplicite. Il monitoraggio della reazione di eccitazione genitale è
stato effettuato mediante pletismografia del pene.
Nell’esecuzione delle prove, i
volontari sono stati ripartiti in due gruppi, rispettivamente di 21 e 23
componenti. Il primo gruppo, detto della “condizione di soppressione”,
intendeva valutare l’effetto della repressione della reazione genitale di
eccitazione sessuale durante la visione di parti intime femminili e degli atti
mostrati dal video, e a tale scopo erano stati istruiti i partecipanti. Il
secondo gruppo, detto della “condizione di eccitazione”, era concepito per
valutare lo stato di libera risposta fisica agli stimoli erotici visivi, e i
volontari erano stati preparati per conservare tale stato disinibito. Subito dopo
le sessioni di visione, le abilità cognitivo-strumentali esecutive (EF) e
cognitive di base sono state rivalutate.
A questo punto,
nell’esposizione del lavoro di ricerca, i ricercatori affermano:
“Inaspettatamente, i risultati hanno mostrato decrementi di EF nel gruppo di
eccitazione ma non nel gruppo di soppressione”. Gli autori dello studio poi
continuano rilevando che, come ci si aspettava, solo la parte delle abilità cognitive
afferenti alle EF era stata interessata dalla manipolazione sperimentale,
mentre i processi cognitivi di basso grado di elaborazione cerebrale non
avevano fatto registrare alcuna differenza tra i due gruppi. Così, i risultati
suggeriscono che l’eccitazione sessuale causi temporanee riduzioni di
efficienza nella prestazione dell’elaborazione cognitiva dell’esperienza
attuale, almeno per ciò che concerne i giovani, e, rimanendo solo a quanto
sottoposto a vaglio sperimentale in questo studio, specificamente i maschi con
gli altri requisiti del campione, come essere caucasici, ossia Americani di
probabile origine europea. Ma, scontato il fatto che, come si accennava, questi
aspetti non dovrebbero interferire in maniera significativa, si può notare, più
in generale, che la prova di una riduzione di prestazione cognitiva causata
dallo stato di eccitazione erotica, aiuta a comprendere perché circostanze di
esperienza vissute con grande partecipazione psicofisica sessuale sono in tanti
casi associate a decisioni poco sagge e a pratiche imprudenti o rischiose.
Questo studio che, se si
eccettuano l’elemento di attualità e la precisione di rilevo dei dati, non è di
eccelsa qualità scientifica, ci offre lo spunto per un commento relativo alla
sorpresa degli autori per gli effetti negativi sulle operazioni intellettive da
parte dell’eccitazione erotica: si aspettavano che l’eccitazione sessuale,
ossia l’assetto (setting)
riproduttivo dell’organismo caratterizzato dalla facilitazione di automatismi
viscerali, potesse migliorare i processi di elaborazione astratta dei dati di
realtà.
Nell’atteggiamento dei
ricercatori si può facilmente ravvisare una bias, quella della generale
considerazione positiva per tutto ciò che riguarda la sessualità[1].
Questa tendenza è prevalente nel pensiero medico e psicologico attuale. Si è
verificata, in realtà, nella storia, una transizione da un’epoca in cui
prevaleva l’opposta tendenza a considerare negativo tutto ciò che atteneva alla
sessualità, all’epoca inaugurata dopo la metà del secolo scorso dalla
“liberazione sessuale” e caratterizzata dalla diffusione della tesi che
attribuiva responsabilità patogenetica in vari disturbi mentali alla
repressione sessuale. In quegli anni si è verificato un rapido mutamento di
costumi radicati nei secoli, in nome di un progresso e di una “laicizzazione”
della vita civile, anche caratterizzata da nuove leggi.
La sessualità era lecita, in
precedenza, solo nella cornice matrimoniale, che la vincolava, oltre che alla
realtà biologica della riproduzione, alla responsabilità dei coniugi, reciproca
e verso la prole; l’adulterio era reato in molti paesi occidentali. In
medicina, la frequente associazione di gravi malattie a trasmissione sessuale
(sifilide, gonorrea, ecc.) ad un comportamento socialmente riprovevole, ha a
lungo contribuito a creare, anche inconsciamente, un atteggiamento collettivo
improntato ad un giudizio negativo delle espressioni della sessualità per la
ricerca del piacere.
Il mutamento che ha portato
all’epoca attuale è stato anche sostenuto dalla creazione del “sesso” come
categoria merceologica, con la diffusione di “stereotipi sexy” a sostegno del business dell’abbigliamento, dei profumi
e, in generale, nella pubblicità della merce più varia. A ciò si aggiunga,
attraverso l’esperienza invadente del mezzo televisivo, e più di recente dei
mezzi digitali di trasmissione di dati, della caduta delle differenze fra
stereotipi ordinari della vita civile e stereotipi appartenenti al mondo dello
spettacolo: madri casalinghe abbigliate come ballerine e ragionieri tatuati
come rockstar, non meravigliano più
nessuno. Questo fenomeno trova corrispondenza in una diffusa mentalità
neopagana in cui l’eros è assurto a
simbolo di buona salute, di giovinezza, di vitalità, a dispetto delle
convinzioni e dei sentimenti di molti credenti delle principali fedi
monoteistiche e di tanti altri che ugualmente concepiscono la sessualità come
parte della persona in un sistema morale di rapporti sociali.
È noto, per quanto riguarda i
medici, che gli andrologi raccomandano rapporti sessuali frequenti per una
buona fisiologia della prostata, e che i professionisti della mente spesso
consigliano i rapporti sessuali per migliorare l’equilibrio mente-corpo e
contrastare i meccanismi produttori dell’ansia. L’impiego di ormoni sessuali
come antidepressivi non è più solo sperimentale, e i numerosi effetti benefici
dei rapporti intimi sono studiati su base neurochimica, dall’incremento di
ossitocina alla riduzione di cortisolo, dalla riduzione degli indici di
infiammazione all’azione ipotensivante.
Probabilmente, questi ed altri elementi simili hanno influenzato gli autori
dello studio qui recensito. Si deve, tuttavia, osservare che, uno dei pochi
effetti positivi ben documentati sulla cognizione legato alla fisiologia
sessuale, è il miglioramento delle prestazioni intellettive in gravidanza.
Ossia, in uno stato fisiologico ben distinto e distante dalla recettività
all’accoppiamento negli animali e dall’eccitazione erotica umana.
È invece esperienza comune che
stati di attivazione erotica frequenti o persistenti abbiano un effetto di disturbo
sull’attenzione, la concentrazione e i processi di elaborazione cognitiva[2].
Negli animali, in cui il controllo della riproduzione è strettamente regolato
dai cicli estrali, quando si abbia una non fisiologica ripresa dell’eccitazione
sessuale nel periodo destinato al ruolo genitoriale, si assiste anche al
disturbo di fixed action patterns
(FAP), come quelli necessari agli uccelli per fare il nido e allevare la prole.
In conclusione, il risultato di
questo studio non ci sorprende, e ci appare coerente con conoscenze pregresse
ed esperienze di vita.
L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e
invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E
NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).
La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.
[1] Un esempio di attualità: Romario, campione del mondo di calcio con la nazionale brasiliana nel 1994, ha consigliato al connazionale Gabriel Jesus: “Fai tanto sesso, così farai bene al Mondiale”; e il conduttore di Radio Sportiva, che dava la notizia, ha commentato: “È un consiglio che va bene per tutti, perché fa sempre bene” (10 maggio 2018).
[2] Senza scomodare filosofi dell’antica Grecia o educatori di ogni epoca, si sa che coltivare costumi e condotte che promuovono la frequente attivazione dei sistemi a ricompensa in associazione con stati di eccitazione “distrae” da compiti intellettivi che richiedono efficienza ed orientamento della motivazione verso lo scopo del compito, e riduce la “presenza a se stessi” in rapporto alla coscienza. Un approccio originale a questo tema, in termini di stati funzionali dell’organismo, è stato proposto in passato dal nostro presidente.